Jens Einhorn, Electric Eyes

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Loro erano in sei e noi solo due.

Ho capito immediatamente che avremmo perso la battaglia. Ma eravamo già sopra di loro.

Un ammasso di respiro, sangue e sabbia. Il mio cuore un battito nelle tempie.

Un barlume. Senza tempo. Irriguardoso. Secondi di eternità.

La fine infinita e ciononostante la mia giacca dovrebbe essere da qualche parte qui intorno.

 

Nato nella repubblica Democratica Tedesca, Einhorn ha subito una forte influenza dagli avvenimenti socio-politici degli anni '90.

Egli suonò in band punk a partire dalla metà degli anni '90, per poi intraprendere la sua strada nelle arti visive grazie alla fotografia ed alla musica. Ha studiato fotografia a Lipsia e scultura e new media con Astrid Klein, concentrandosi poi sulla pittura con un master con Tal R all’Accademia di Düsseldorf.

Il metodo mesh-up di Einhorn che fa uso di tessuti, pigmenti, colla ed olio regala una caratteristica di immagine simile alla struttura digitale, corredata di minuscoli elementi visivi che completano il lavoro astratto dell'artista. Esiste una particolare qualità del dipinto correlata a frammenti di graffito urbanistico e ad immmagini stampate di larga scala riferite ad avvisi pubblicitari. Gli elementi sembrano innalzarsi come in un vortice d'aria solo per stabilizzarsi di nuovo, grazie alla loro chiarezza formale, trasformando il caos lentamente in armonia.

La musica ha giocato un ruolo importante per l'artista come significato basico di espressione, relazionandosi al lavoro come musicalbeats.

Le immagini frammentate in simil-pixels lavorano attraverso un delicato puzzle permeato di colori chiari, nella generale impressione audio-visiva.

La mostra segna un importante punto di partenza per la carriera dell’artista, per la prima volta in una galleria, presentando una serie di nuovi dipinti che sono il corpo principale delle opere più recenti di Einhorn.

 

English version

 

They were six. we were only two.

I immediately knew we were going to loose this fight. But we were already on them.

A mess of breath, blood and sand. my heart – a beat on the temples.

Flicker. Timeless. Unthinking. Seconds of eternity.

The endless end and yet my jacked must be lying around somewhere.

 

Born in the former GDR, Einhorn is strongly influenced by the socio-political upheavals of the 90s. He played in punk bands from the mid-nineties onwards, eventually finding his way into visual arts via photography and music.

Having studied photography in Leipzig and also sculpture and newmedia with Astrid Klein, he enrolled in a master class with TalR at Düsseldorf Academy in order to concentrate more on painting.

The structured system of tiny picture elements lends them the air of digital-seeming, abstract painting. There is a special quality within the works reminding on urban graffiti fragments, large scaled advertisement prints and painterly gestures only using mesh, glue and raw pigments on canvas.

Music was to play an important role as an early means of expression. Electronic Music is totes related to his artworks. Like musicalbeats, the images’ pixel-like fragments are working their way through a delicate haze permeated by coloured light. Youth Culture and present an important backdrop for his pictures, like fleeting audiovisual impressions. It has been a sociocritical means of expression, processing dystopian visions of the future tapping into new technology.

I dig the way his mash-up method, making use of fabric, pigment, glue and colour, lends a rather object-like quality to his pictures, accounting for their striking presence within the space.