Siamo lieti di annunciare Refuge Poétique, la seconda mostra personale di Delphine Desane con Luce Gallery. L'inaugurazione, fissata per il 16 luglio, presenterà una selezione di nuovi dipinti insieme ad un’installazione che richiama l’ambientazione dello studio d’artista.
Profondamente autobiografici e ricchi di dettagli iconografici, ogni dipinto affronta delle relazioni—con se stessa, suo figlio e il suo ritorno alle radici in Francia. Il lavoro mostra il nuovo interesse dell'artista per il colore, la profondità e la narrativa estesa, mantenendo i suoi popolari motivi eleganti nei ritratti. Visti nel loro insieme, questi dipinti emanano un “calore” colorato e offrono riflessioni poetiche che sembrano sia profondamente personali che universalmente risonanti.
Il termine francese Refuge Poétique si riferisce ad un luogo tranquillo di conforto dove la mente può sfuggire dalle difficoltà quotidiane attraverso la poesia—e, in questo caso, alle qualità poetiche della pittura.
Nella pratica di Desane, il titolo descrive appropriatamente il suo desiderio personale di creare un rifugio per una riflessione più profonda—uno spazio che esplora le dimensioni stratificate dell'identità e dell'eredità nel contesto della sua ricca cultura. La mostra serve come una sintesi lirica ed estetica del suo recente viaggio emotivo e intellettuale.
L'attuale lavoro di Desane segna una significativa evoluzione. Le sue composizioni, un tempo caratterizzate da figure stilizzate e paesaggi astratti resi in una palette fauvista, ora adottano un approccio più realistico.
Ritratti naturalistici, ombreggiature e profondità volumetrica definiscono questa nuova fase, insieme a un simbolismo e a una iconografia dettagliate tratte da ricordi personali, dal simbolismo spirituale e dall’eredità culturale. Dalle composizioni tradizionali della Vergine e del Bambino nella iconografia cristiana fino alle vivide armonie cromatiche che ricordano il post-impressionista Paul Gauguin, l'artista ha cercato riferimenti tradizionali francesi per abbracciare un linguaggio visivo più espressivo, al fine di comunicare meglio la complessità delle sue emozioni sulla tela.
Questo cambiamento è stato in parte influenzato dal suo trasferimento da New York a Parigi. Mentre viveva negli Stati Uniti, Desane era attratta dal minimalismo di Donald Judd e Isamu Noguchi—un’estetica che rispecchiava la sua esperienza di solitudine urbana durante la pandemia e forniva sollievo visivo dalle sfide della co-genitorialità e dei ritmi frenetici della vita cittadina. Per Desane, le emozioni dovevano essere trasmesse in modo semplice, distintivo ed efficiente sulla tela. Al contrario, il suo ritorno a Parigi ha
stimolato una connessione più profonda con la natura, la cultura e la memoria. Le opere risultanti si orientano verso la forma organica e la narrazione stratificata, allontanandosi dal minimalismo verso l'intimità, la pienezza e la riappropriazione di sé.
In Sleeping Beauty—uno dei dipinti più emblematici e suggestivi della mostra—una donna in elegante riposo appare addormentata, con la testa appoggiata delicatamente sul suo braccio. Dietro e attorno a lei, un lussureggiante albero di mango si apre verso un paesaggio onirico dove emerge una casa provinciale francese in lontananza. All'interno di questo mondo immaginato, simboli stratificati riflettono il senso ideale di “casa” di Desane: il mango, un alimento base sulla tavola della sua famiglia immigrata haitiana; un pavone, una vista comune nei parchi francesi; un aereo in volo, alludendo alla sua vicinanza ad un aeroporto e al suo attuale lavoro; e fiori di ciliegio in fiore, un omaggio alla sua fascinazione per l’estetica asiatica. Forme biomorfiche nere solide richiamano le forme surrealiste di Jean Arp, di cui ricerca regolarmente le opere durante le sue visite ai musei.
Dipinto in ricche sfumature tropicali, Sleeping Beauty emana “calore”—un senso di comfort simile a quello di una casa che Desane cerca sia personalmente che nella sua pratica. I sogni, un motivo ricorrente nella sua opera, diventano più vividi, radicati e riflessivi rispetto ai suoi interessi attuali. Qui, lo spettatore è invitato ad esplorare questo paesaggio interiore e, facendo così, a considerare le proprie fughe oniriche di “casa”.
La forza della pratica artistica di Desane risiede nel suo coraggio nell'affrontare un viaggio interiore. La sua opera è un luogo di autoesplorazione—uno spazio in cui la complessità dell'identità e dei suoi giudizi interni ed esterni vengono esposti affinché tutti possano contemplarli. Si spinge a espandere la propria identità oltre etichette semplicistiche, abbracciandone i suoi strati e la sua continua evoluzione, trasmettendo un messaggio più personale attraverso i suoi dipinti. Affrontando questi temi con un linguaggio visivamente ricco e simbolicamente denso, non solo pone domande esistenziali a sé stessa, ma crea anche uno spazio in cui gli spettatori possono contemplare le proprie vite interiori e forse anche i modi in cui vengono percepite dagli altri. In questo modo, la sua opera diventa un Refuge Poétique—un luogo di riposo per l'anima nel mezzo del perpetuo confronto della vita con l'identità.
Delphine Desane (nata nel 1988 in Francia) è una pittrice e scultrice il cui lavoro di ritrattistica intreccia elementi autobiografici identitari, come la maternità e la femminilità Nera, con narrazioni diasporiche di più ampio respiro riguardanti l’eredità culturale africana e caraibica. Artista autodidatta, ha raggiunto la notorietà dopo che la sua opera è apparsa sulla copertura di Vogue Italia nel Gennaio 2020. Da allora, le sue opere sono state esposte internazionalmente, tra cui Canada and Pace Gallery (New York), Taymour Grahne (Londra), PENSKE Projects (Los Angeles) e Luce Gallery (Torino). I suoi dipinti sono presenti nelle collezioni dello Studio Museum di Harlem, del Museo d'Arte Contemporanea Africana Al Maaden (MACAAL) di Marrakech e in numerose collezioni private in Europa e negli Stati Uniti.
English version
We are pleased to announce Refuge Poétique, the long-anticipated second solo exhibition by Delphine Desane with Luce Gallery. Opening July 16, the show presents a selection of new paintings and an installation that recalls the environment of the artist studio. Deeply autobiographical and brimming with iconographic details, each painting addresses relationships—with herself, her son, and her grand return to her native France. The work displays the artist’s new appreciation for hue, depth, and extended narrative while maintaining her popular elegant portraiture motifs. Viewed collectively, these paintings radiate a colorful ‘warmth’ and offer poetic reflections that feel both deeply personal and universally resonant.
A French phrase, Refuge Poétique translates to “poetic refuge”, referring to a tranquil place of solace where the mind can escape daily hardships through poetry— or in this instance, the poetic qualities of painting. As this solo show marks a pivotal stylistic shift in Desane’s practice, the title aptly describes her personal desire to create a haven for deeper introspection—one that explores the layered dimensions of identity and legacy within the context of her rich heritage. The show serves as a lyrical and aesthetic summation of her recent emotional and intellectual journey.
Her compositions, once characterized by stylized figures and abstracted landscapes rendered in a restrained Fauvist palette, now adopt a more realistic approach. Naturalistic portraiture, shading, and volumetric depth define this new phase, alongside detailed symbolism and iconography drawn from personal memories, spiritual symbolism, and cultural heritage. From the traditional compositions of Virgin and Child in Christian iconography to vivid chromatic harmonies reminiscent of the post-impressionist Paul
Gauguin, the artist has sought out traditional French references to embrace a more expressive visual language to better communicate the complexity of her emotions on canvas.
This shift was shaped in part by her relocation from New York City back to Paris. While living in New York, Desane was drawn to the minimalism of Donald Judd and Isamu Noguchi—an aesthetic that mirrored her pandemic-era experience of urban solitude and provided visual relief from the challenges of co-parenting and fast-paced rhythms of city life. For Desane, emotions needed to be conveyed simply, distinctly, and efficiently on canvas. In contrast, her return to Paris prompted a deeper reconnection with nature, culture, and memory. The resulting works lean into organic form and layered narrative, moving away from
minimalism toward intimacy, fullness, and self-reclamation.
In Sleeping Beauty—one of the show’s most emblematic and arresting paintings—a woman in elegant repose appears in slumber, her head resting gently on her arm. Behind and surrounding her, a lush mango tree unfolds into a dreamscape where a distant French provincial home emerges. Within this imagined world, layered symbols reflect Desane’s ideal sense of ‘home:’ the mangos, a staple on her Haitian-immigrant family table; a peacock, a common sight in French parks; an airplane overhead, alluding to her proximity to an airport and current day job; and blooming cherry blossoms, a nod to her fascination with Asian aesthetics. Solid black biomorphic shapes call to mind the surrealist forms of Jean Arp, whose work she regularly seeks out on museum visits. Painted in rich, tropical hues, Sleeping Beauty radiates ‘warmth’—a home-like sense of comfort that Desane seeks both personally and within her practice.
Dreams, a recurring motif in her oeuvre, here become more vivid, grounded, and reflective of her present interests. Here, the viewer is invited to explore this inner landscape, and in doing so, consider their own dreamlike escapes of ‘home’.
The strength of Desane’s artistic practice lies in its fearless openness to journey inward. Her work is a site of self-exploration—a space where the complexity of identity as well as its internal and external judgment are exposed for all to contemplate. She dares to expand her identity beyond simplistic labels and embrace its layers and constant state of flux by conveying a more personal message through her paintings. By confronting these themes in a visually lush, symbolically rich language, she not only poses existential questions for herself but also creates space for viewers to contemplate their own interior lives and perhaps the ways they are perceived by others. In this way, her work forms a Refuge Poétique—a place of rest for the soul amid life’s perpetual reckoning with identity.
Delphine Desane (b. 1988, France) is a painter and sculptor whose portraiture interweaves autobiographical elements of identity such as motherhood and Black womanhood within broader diasporic narratives of African and Caribbean heritage. A self-taught artist, she rose to prominence after her work appeared on the cover of Vogue Italia in January 2020. Her work has since been exhibited internationally, including at Canada and Pace Gallery (New York), Taymour Grahne (London), PENSKE Projects (Los Angeles), and Luce Gallery (Torino). Her paintings are held in the collections of the Studio Museum in Harlem, the Museum of African Contemporary Art Al Maaden (MACAAL) in Marrakech, and numerous private collections across Europe and the United States.