Luce Gallery è lieta di ospitare la mostra collettiva Difference and Repetition, comprendente nuovi lavori di Graham Collins, Ethan Cook, Nick Darmstaedter, Brendan Lynch e Chris Succo.
L'esposizione si ispira ai concetti espressi del filosofo francese Gilles Deleuze nel suo libro dall'omonimo titolo, in cui si tratta della nozione di identità di ogni singola opera, quand'anche la stessa tragga ispirazione dal passato o fornisca semplici interpretazioni di pensieri già trattati.
La mostra rappresenta il tentativo di dimostrare come la nozione filosofica-letteraria espressa alla fine degli anni sessanta da Deleuze sia ampiamente riconducibile alle arti visive, ed anzi come molta parte dell'arte contemporanea sposi il principio espresso, laddove la ripetizione non deve essere considerata generalità e “lo scambio o la sostituzione di particolari definisce e ci conduce alla relazione con la generalità, potendo noi verificare come la ripetizione sia l'aspetto necessario e giustificato in relazione a quanto non può essere sostituito integralmente”.
Quanto appena detto identifica larga parte di quanto espresso oggi nel mondo dell'arte contemporanea, in cui assistiamo a nuove tendenze che riteniamo ampiamente innovative, ma che molto raramente si discostano pienamente dai canoni classici dell'arte moderna del '900, traendone spunto con accenni agli artisti od alle tecniche usate, come a condire un percorso che non può distaccarsi a pieno dal passato.
Dalla reinterpretazione di alcuni classici e quindi dall'uso più ampio dell'immaginario del passato, alla semplice ispirazione ad elementi specifici di concetto, con un uso minimo dello strumento della ripetizione, la differenza è contenuta nell'identità stessa dell'opera. “L'introduzione dello squilibrio nel processo dinamico della costruzione dell'opera, produce un'instabilità che appare solo nell'effetto visivo generale” e questi elementi dialogano con l'aspetto più generico del lavoro identificando lo stesso nella sua originalità.
I cinque artisti presentati, ognuno diverso nel suo approccio concettuale e mediatico, presentano opere che in qualche modo fanno riferimento al principio espresso. Tuttavia attraverso la loro unicità ed originalità percorrono i principi che l'arte moderna ha espresso nel corso degli anni, tutt'ora vivi più che mai; ed anzi attraverso la loro opera costituiscono un'estensione dei principi stessi trattati con i quali aiutano il pubblico a comprendere in maniera più approfondita quanto espresso in passato. E' quanto ad esempio possiamo verificare quando troviamo opere ispirate a Warhol od ad alcune sue serie che al tempo in cui vennero create non riscossero particolare successo, o che anche oggi vengono considerate di minor impatto visivo. Tuttavia opere che se ritrattate e riformulate, fanno comprendere a pieno la grandezza dell'artista influenzando l'arte attuale.
Dunque l'estensione del principio della ripetitività radica il concetto richiamato in un pubblico più ampio e ne fa comprendere il significato nel profondo, acuendo l'individualità.
Graham Collins vive a lavora a New York. Attraverso l'uso di materiali non trattati quali cornici di legno usato e vetro tinto, esegue lavori che possono essere considerati una vera fusione tra dipinto e scultura. L'opera nella sua totalità rende un approccio fisicamente distinguibile ed intenso. Con la meticolosa costruzione di singoli elementi additivi che esaltano il colore e le trasparenze, com'anche le superfici di legno grezzo, il risultato è una combinazione particolarmente elegante.
Ethan Cook vive e lavora a New York. Con la presentazione di opere che hanno il sapore dei dipinti ma che in realtà non prevedono l'inserimento di alcuna vernice, il lavoro costituisce la rara riaffermazione del talento di trarre risultati esteticamente apprezzabili da un'approfondita indagine sul formalismo. Nella sua narrativa esegue opere non figurative che si distinguono anche per la raffinatezza e nella ricerca dei materiali usati.
Nick Darmstaedter considerato tra gli elementi di spicco della Still House Group di New York, ha un approccio multimediale all'opera che spesso sfrutta il ready-made al fine di selezionare l'iconografia inerente alle proprie radici culturali.
Esalta l'immaginario collettivo ed il sogno dello spettatore, attraverso attente composizioni quali quella presentata in mostra, consistente nell'applicazione di magneti “da frigorifero” su lastra di alluminio.
Brendan Lynch, anch'egli facente parte della Still House Group di New York, presenta in mostra tre dittici in cui usa allo stesso tempo la reinterpretazione ed il ready-made.
Ogni opera si compone di un dipinto creato dal fratello maggiore dell'artista e da uno proprio. L'opera del fratello viene usata come media ed il proprio dipinto è l'interpretazione del precedente in chiave astratta, trattandosi della ripetizione svolta all'interno della ripetizione stessa in una lettura originale del concetto espresso nella mostra.
Chris Succo vive e lavora a Dusseldorf, presenta in mostra la sua ultima serie di dipinti, in cui attraverso l'uso dello spray paint prima dipinge la tela, per poi coprirla con segni gesturali di vernice bianca ad olio. Come a voler coprire il disegno sullo sfondo della tela, riporta strati materici di pittura al fine di esaltare le forme come in un basso rilievo, nel tentativo di ottenere un approccio maggiormente scultoreo al dipinto, La casualità delle forme trova infine un equilibrio naturale dato dalla monocromaticità accesa da velati sprazzi di colore.
English version
Luce Gallery is proud to present the group show Difference and Repetition, featuring new works by the artists Graham Collins, Ethan Cook, Nick Darmstaedter, Brendan Lynch and Chris Succo. The show is based on the concepts formulated by the French philosopher Gilles Deleuze in his book of the same title, in which he discusses the notion of identity of every single work, also when it draws its inspiration from the past or simply supplies interpretations of already explicated thoughts.
The exhibition represents an attempt to demonstrate how the philosophical-literary idea expressed at the end of the 1960s by Deleuze can be substantially linked to the visual arts, since in fact a large part of contemporary art embraces the principle that repetition should not be seen as generality, and “the exchange or substitution of particulars defines our conduct in relation to generality, we can see that repetition is a necessary and justified conduct only in relation to that which cannot be replaced” What has just been stated identifies a large part of what is expressed today in the world of contemporary art, where we are seeing new trends we consider substantially innovative, though they very rarely fully abandon the classical canons of the modern art of the '900s, taking their cue from it with references to the artists or the techniques utilized, as if to forge on with a path that cannot completely separate from the past. From the reinterpretation of certain classics and therefore from the wider use of the imaginary of the past, to simple inspiration drawn from specific conceptual elements with minimum use of the tool of repetition, the difference is contained in the identity of the work itself. “The introduction of a disequilibrium into the dynamic process of construction, produce an instability which appears only in the overall effect” and these elements establish a dialogue with the more generic aspect of the work, identifying it in its originality.
The five artists in the show, each with a different conceptual and media approach, present works that in some way make reference to the principle outlined above. Nevertheless, through their uniqueness and originality, they trace the principles modern art has expressed over the course of the
years, principles that are more alive than ever today; through their work, they constitute an extension of the principles themselves, helping the observer to understand them in a deeper way than in the past. We can notice this when, for example, we find works inspired by Warhol or by some of his series that perhaps at the time of their creation did not meet with particular success, or are considered to be of lesser visual impact today. Nevertheless, these are works that if reexamined, reformulated by today contemporary artists, can make us more fully understand the greatness of the Pop Art founder, since they have influenced the art of today. So the extension of the principle of repetition roots the referenced concept in a wider audience and makes its meaning more deeply understood, sharpening individuality.
Graham Collins lives and works in New York. Through the use of untreated materials like used wooden frames and stained glass, he makes works that can be considered true fusions between painting and sculpture. The work, as a whole, makes it possible to distinguish an intense physical approach. Through the meticulous construction of individual additive elements that bring out colorand transparency, but also the surfaces of rough wood, the result is a particularly elegant combination.
Ethan Cook also lives and works in New York. His works convey the sensation of paintings, but actually they do not involve the use of any paint. The work constitutes a rare reassertion of the talent of producing aesthetically appreciable results from an in-depth investigation of formalism. In his narration, he makes non-figurative works that also stand out for the refinement of the research on the materials used.
Nick Darmstaedter, considered one of the outstanding figures of the Still House Group of New York, has a multimedia approach that often makes use of the ready-made, in order to select iconography drawn from his own cultural roots. He brings out the collective imaginary and the dreams of the viewer, through careful compositions like the one included in this show, involving the
application of “fridge magnets” on aluminum sheets.
Brendan Lynch, also part of the Still House Group of New York, shows three diptychs that combine aspects of reinterpretation and the ready-made. Each work is composed of a painting made by the artist’s older brother, and one made by the artist himself. The work of the brother is used as a medium, while Lynch’s own painting is its abstract interpretation, a repetition conducted inside the repetition itself, in an original take on the concept of the show.
Chris Succo, who lives and works in Dusseldorf, presents his latest series of paintings, in which he first coats the canvas with spray paint and then covers it with gestural signs in white oil paint. As if the intention were to cover the design on the surface of the canvas, he applies materic layers of paint that highlight forms as in a bas relief, in an attempt to obtain an approach closer to sculpture than to painting. The random character of the forms finds a natural balance, thanks to monochromatic expanse lit up by veiled flashes of color.