Siamo lieti di annunciare l'attesissima mostra Coro a Bocca Chiusa, la prima mostra personale di Francesco Pirazzi presso Luce Gallery. A partire dal 27 giugno fino al 2 agosto, saranno esposti sei dipinti e due disegni a carboncino su carta riportata su tela. L'uso distintivo della luce drammatica all'interno di paesaggi urbani e naturali di Pirazzi illumina il lato misterioso di ogni scena. In questa serie di nuove opere, l'artista esplora attentamente i cambiamenti nel suo ambiente dopo il trasferimento a Torino da Firenze. Ciò che emerge dalle opere sono osservazioni da un punto di vista elevato e distante, che gradualmente si avvicinano da dipinto a dipinto. Lampioni, alberi ed edifici, attentamente posizionati, creano scenari che sembrano insolitamente familiari ma allo stesso tempo persi nel tempo e nello spazio. Le opere in Coro a Bocca Chiusa, osservate insieme, evocano un senso di mistero, invitando gli spettatori a esaminare ogni scena alla ricerca di sottili crepe nella realtà ed a interrogarsi su ogni percorso illuminato.
Il titolo della mostra, Coro a Bocca Chiusa, è ispirato al brano omonimo dell'opera Madame Butterfly di Giacomo Puccini. Quando era studente, il maestro d’arte di Pirazzi faceva ascoltare musica classica agli alunni mentre dipingevano e, quando Francesco stava cercando un titolo che riassumesse il tema della mostra, questo si è rivelato essere perfetto per valorizzare l'immagine mentale che questa musica crea in molte persone, che cantano a bocca chiusa, creando un intimo coro collettivo che irradia dall'interno. Come un coro che mormora, i suoi dipinti trasmettono emozione senza l’utilizzo delle parole e un desiderio di vibrazione.
In questi dipinti senza figure umane, il potere narrativo è affidato agli oggetti inanimati. I soggetti principali sono alberi, lampioni, edifici e strade vuote, che vengono antropomorfizzati per creare conversazioni, dando loro personalità e una forte presenza. Ogni scena è valorizzata attraverso i suoi riflettori teatrali e l'uso sottile o esagerato della luce naturale per guidare o illuminare la narrazione. Sebbene le sue scene siano inizialmente basate su luoghi reali intorno a Torino, Pirazzi ha creato le sue composizioni dalla memoria, distaccandosi dall'immagine originale, rifdefinendo gli oggetti e gli ambienti nelle loro forme più semplici. Storicamente, il suo stile sembra richiamare l'atmosfera e l'intrigo del realismo sociale americano di Edward Hopper, la realtà mutevole del pittore Giorgio de Chirico e il tenebrismo e l'illuminazione drammatica di artisti barocchi come Rembrandt e Caravaggio.
In Simulazione (2024), la prospettiva dello spettatore si avvicina, osservando sempre più nettamente un parco giochi vuoto. Qui, siamo invitati - o forse attirati - all'interno del recinto attraverso un cancello leggermente socchiuso. All'ingresso, un cavallo rosso a molla è direzionato verso di noi come se fosse distintamente consapevole della nostra presenza. Pirazzi utilizza spesso giocattoli per bambini e set da parco giochi nelle sue opere, volendo sottolineare che per un bambino con un'immaginazione attiva, essi siano "reali", e per l’artista, in questo modo, diventano animati. L'intera scena sembra illuminata artificialmente durante un pomeriggio nuvoloso, come se un riflettore illuminasse dall’alto l'intero parco. Il sospetto di essere osservati è ulteriormente alimentato dalle tre finestre dell'edificio vicino, le cui tende sono sollevate a diverse altezze e attraverso le quali possiamo vedere solo l'oscurità. Anche gli alberi sembrano sentinelle, ricordando gli alberi combattenti del Mago di Oz, pronti a prendere vita. Ma forse tutto questo è solo un'immaginazione galoppante, mentre la storia intesa è semplicemente un parco giochi deserto che aspetta che qualcuno gli doni una nuova vita. In entrambe le interpretazioni, le composizioni di Pirazzi sono un invito a osservare, interpretare e trarre le proprie conclusioni - il mistero è la nostra realtà.
Le composizioni di Pirazzi occupano lo spazio tra l'esistenza fisica e la realtà percepita. La forza del suo lavoro risiede nella sua unica capacità di creare un mondo stratificato che sfuma le distinzioni tra familiare, estraneo e leggermente "fuori posto". Invece di fornire una narrazione distinta, l’artista illumina gli elementi che dovremmo mettere in discussione piuttosto che fornirci le risposte. L'unico elemento sempre certo è il mistero.
Francesco Pirazzi (Veroli, Italia, classe 1994) vive e lavora a Torino. I suoi paesaggi urbani o naturali, surreali ma quieti, ispirati all'Italia, esplorano il potere profondo della luce, rifocalizzando l'esperienza dello spettatore sulla realtà per evocare sensazioni sia familiari che misteriose. Nel 2018, Pirazzi si è laureato presso l’Accademia di Belle Arti di Firenze, studiando pittura sotto la guida del Maestro Adriano Bimbi. Il suo lavoro è stato esposto in vari progetti nazionali ed internazionali, incluso Augustenborg ad Augustenborg, in Danimarca; Cob Gallery e The Artist Room a Londra, Regno Unito; The Hole Gallery a New York, NY.
English version
We are pleased to announce the highly anticipated Coro a Bocca Chiusa, Francesco Pirazzi’s first solo show with Luce Gallery. Beginning June 27th, six paintings and two charcoal works on paper mounted on canvas will be on view through August 2nd.
Pirazzi's distinctive use of dramatic light within cityscapes and landscapes illuminates the mystery of each scene. In this series of new works, the artist cautiously navigates the changes to his environment after relocating to Turin from Florence. What unfolds are observations from a distant high vantage point, gradually pulling in closer from painting to painting. Thoughtfully placed lampposts, trees, and buildings set the stage for narratives that feel unusually familiar yet lost to time and space. When viewed together, the artworks in Coro a Bocca Chiusa evoke a sense of mystery, enticing viewers to examine each scene for the subtle cracks in reality and to question each illuminated path.
The exhibition’s title, Coro a Bocca Chiusa (The Humming Chorus), is inspired by the song of the same name from Giacomo Pucci’s opera Madame Butterfly. As a student, Pirazzi’s art instructor would play classical music while they painted, and when looking for a title that encapsulated the theme of this show, this just fit. He appreciated the mental image this song creates of many people singing with their mouths closed, creating an intimate collective hum radiating from within. Much like a humming choir, his paintings convey emotion without words and vibrate with intention.
In these paintings without people, the narrative power is turned over to the inanimate objects. His actors are the trees, street lamps, buildings, and vacant streets, which are anthropomorphized to create conversations, giving them personalities and a strong presence. Each scene is enhanced through his theatrical spotlights and subtle use of natural or exaggerated sunlight light to guide or illuminate the story. Although his scenes were initially based on real places around Turin, Pirazzi created his compositions from memory, divorced from the original image, distilling the objects and surroundings into their simplest forms. Historically, his style seems to recall the atmosphere and intrigue of American social realist Edward Hopper, the shifting reality of Italian painter Giorgio de Chirco, and the tenebrism and dramatic illumination of Baroque artists like Rembrandt and Caravaggio.
In the seminal painting, Simulazione (2024), the viewer’s perspective has shifted noticeably closer to an observed vacant playground. Here, we are invited — or perhaps lured — inside the fenced enclosure through a gate blown slightly ajar. At the entrance, a red wooden horse ride on a spring is angled toward us as if distinctly aware of our presence. Pirazzi often uses children’s toys and playground sets in his works, appreciating that to a child with an active imagination, they are ‘real,’ and thus, for the artist, they become animated within this world. The entire scene feels artificially lit during a cloudy afternoon as if a bright spotlight from above has bathed the entire park. The suspicion of being watched is furthered by the three windows of the nearby building, their shades lifted to varying heights, through which we can only see darkness. Even the trees feel sentinel-like, reminiscent of the fighting trees from The Wizard of Oz, waiting to spring to life. But perhaps this is all just a racing imagination, and instead, the story intended is simply a deserted playground waiting for someone to give it life again. In either interpretation, Pirazzi’s compositions are an invitation to observe, interpret, and draw your conclusions — the mystery is our reality.
Pirazzi’s compositions dwell in the space between physical existence and perceived reality. The strength of his work lies in his uncanny ability to create a layered world that blurs the distinctions between familiar, foreign, and slightly ‘off.’ Instead of providing a distinct narrative, he illuminates the elements we should question rather than provide us with the answers. The only thing that is ever certain is the mystery.
Francesco Pirazzi (Italian, b.1994) is a painting and drawing artist who lives and works in Turin, Italy. His surreal yet quiet Italian-inspired land and cityscapes explore the profound power of light, refocusing the viewer's experience of reality to evoke both familiar and mysterious sensations. In 2018, Pirazzi graduated from the Academy of Fine Arts in Florence, studying painting under Master Adriano Bimbi. His work has been exhibited throughout Italy, and internationally, including the Augustenborg Project in Augustenborg, Denmark; Cob Gallery and The Artist Room in London, UK; The Hole Gallery in New York, NY.