Luce gallery è lieta di ospitare Taste Responsibly, la prima mostra personale dell'artista portoricano Hector Arce-Espasas.
Posizionandosi in modo critico verso gli stereotipi del mondo caraibico, l'artista conduce un esame storico e socio-politico investigando alcun simboli di rappresentazione tropicale contenuti nella cultura di massa trasgredendo il loro significato originario.
“Un simbolo culturale corrisponde ad un preciso periodo storico, tuttavia può trascendere la sua funzione originaria nel momento in cui la sua immagine viene riconosciuta universalmente. In tal modo l'appropriazione dell'immagine simbolica si traduce nell'adattamento della stessa all'interesse soggettivo”.
L'idea del paradiso tropicale è ben presente nella cultura odierna. Essa si traduce in sogno di evasione quotidiana ed è ben nota nello sviluppo dell'antico mito del giardino dell'Eden radicatosi nell'uomo come costante perseguimento della felicità, in cui quest'ultimo trascende storicamente la sua umile condizione in un viaggio esotico in cui naturalmente sono presenti i simboli della palma e del mare.
Questi luoghi sono pronti per essere appropriati, consumati ed esportati. L'artista enfatizza il contrasto tra il significato mitologico del Paradiso Tropicale e quello odierno, in cui lo stesso viene tradotto in bene di quotidiano consumo alla portata di tutti. Rappresentando colori monocromi che richiamano quelli di un'antica fotografia in bianco e nero, e tratti pittorici classici, Hector Arce-Epasas dipinge il proprio Giardino dell'Eden riconoscendosi negli antichi simboli.
Interessato alle decorazione, l'artista indaga il confine tra oggetto d'uso comune e forme d'arte, sviluppando la dicotomia tra ciò che può essere considerato opera artistica e kistch, nozione che attraverso il tempo cambia continuamente.
Inspirato da Helio Oiticica e Felix Gonzales-Torres, e particolarmente legato alla loro visione della trasformazione ed i diversi significati degli oggetti ed il loro consumo, Arce-Espsaas combina elementi dell'immaginario tropicale con altri di natura minimale. Con l'uso della creta quale media usato per dipingere, l'artista forma la struttura portante della propria opera affondando le radici nella scultura. In essa esplora la decostruzione e la ricombinazione di un'altra immagine simbolo, l'ananas, al fine di decontestualizzare il significato di frutto rappresentativo dei tropici e simbolo di amicizia ed ospitalità.
Taste Resposibly ammonisce lo spettatore sull'illusione che le immagini dei tropici riportate come poster, possono creare. L'idea e' estesa metaforicamente nella serie dei dipinti in cui l'artista aggiunge lo screenprint dell'immagine di un servitore che offre un'ananas a Re Carlo II, sbarcato nei Caraibi e si estende all'installazione principale nella galleria, composta di casse di legno che originariamente erano funzionali al trasporto del frutto. Tale espediente conferisce all'opera un ambiguo effetto di dualità tra produzione di massa ed elemento decorativo, che l'artista identifica nell'arteficio della brocca, elemento di richiamo a testi religiosi associati alla purezza, la virtù e l'ingenuità.
La brocca scolpita in ceramica smaltata richiama la forma di un uccello, simbolo di libertà, al pari del Paradiso Tropicale. Il corpo viene sostituito da un'ananas che trasforma la struttura principale, mentre la lucidatura della brocca rivela il timido tentativo di elevare l'oggetto di uso comune allo stato di opera d'arte.
In una dualità tra oggetto ordinario e forma d'arte, com'anche tra richiami storici e forme attuali, Hector Arce-Espasas crea l'illusione di un poster nella trasfigurazione del sogno di ogni giorno.
English version
Luce Gallery is pleased to present artist Hector Arce-Espasas's first solo show, Taste Responsibly. Taking a critical stance on stereotypes of the Caribbean world, the artist conducts a socio-political investigation of the history and symbology contained in the representation of tropical settings in mass culture, distorting their original meaning.
“A cultural symbol corresponds to a precise historical period. Nevertheless, it can transcend its original function when its image is universally recognized. In this way, appropriation of the symbolic image gets adapted by subjective interest."
In today’s culture, the idea of tropical paradise is idealized as escape from every day existence, recalling visions of a mythic Eden. Paradise, too, is the pursuit of happiness, where man surpasses his humble condition by entering into an exotic journey made of palm trees and the sea. Such mythic journeys are ready for appropriation, consumption, and export.
Arce-Espasas is interested in the historical and mythological meanings of Tropical Paradise as they contrast with the symbols of today, becoming consumer goods within everyone’s reach. Interested in decoration, the artist explores the borders found between common useful objects and art forms, the dichotomy between that which can be considered artwork and that which is thought of as Kitsch, a notion that continuously changes over time.Taste Responsibility presents Arce-Espasas combination of elements of tropical imagery with others of a minimal nature. With the use of clay as a medium for painting, the artist creates the structure of his work, giving a nod to the materials found in sculpture. He explores the deconstruction and recombination of another symbolic image – the pineapple – in order to decontextualize its meaning as a fruit that represents the tropics, an emblem of friendship and hospitality.
Arce-Espasas warns the viewer about the illusion conveyed by tropical images. The artist extends the metaphor by including a main installation of wooden crates once used for the exporting of pineapple, and by adding a screen print of a servant offering a pineapple to King Charles II. Additionally, he points to artifice through the pitcher, an object often associated in religious texts with purity and virtue, creating an ambiguous effect of dualism, in which all objects totter between mass production and decorative feature. Likewise, several sculpted pitchers of glazed ceramic evoke the forms of a bird, symbol of freedom and Tropical Paradise.
In the dichotomy between ordinary object and art form, between historical references and present-day images, Hector Arce-Espasas reveals for us the transfigurations and illusions hidden within the everyday dream