Luce Gallery è lieta di annunciare "Life in Flowers", collettiva di Zéh Palito, Barry Yusufu, February James, Trevon Latis, Otis Kwame Kye Quaicoe, Dominic Chambers e Auudi Dorsey.
Il concetto della mostra nasce da un'idea sperimentata nella Biennale di Venezia 2019, nella quale l’opera del famoso “scultore botanico” Azuma Makoto venne unita a quella di Armando Kirwin, celebre creatore di realtà virtuale.
Gli artisti in mostra, nella soggettiva interpretazione di ognuno, si collegano al tema principale non riferendosi esclusivamente alla "fisicità floreale", quanto a simboli che in qualche modo possono esser collegati nella mente dell'artista alla bellezza di un fiore.
La realtà virtuale viene giocata nei dipinti o nelle figure scultoree presenti nella mostra, con lo scopo di far vivere un'esperienza entrando in un'installazione che esplora l'armonia delle diverse interpretazioni degli artisti presenti con le loro opere.
Mentre si esplora l'installazione, passo dopo passo, viene idealmente a formarsi un bouquet di fiori unico, la cui composizione è dettata dalle singole opere esposte.
I dipinti di ZEH PALITO (Limeira, Brasile) trattano la relazione tra il mutuo rispetto e la bellezza dell’umanità e del mondo naturale, spesso prendendo ispirazione dalla cultura africana e brasiliana. L’artista, nato come street artist, ha la capacità di lavorare sulle misure radicalmente differenti del dipinto - da un semplice dipinto su tela, fino a enormi murales riportati sulle superfici più differenti, quali appunto case o favelas brasiliane. Palito celebra la marginalizzazione delle comunità e di voci silenti, come elemento fondamentale della sua pratica rappresentando ciò che lo circonda con grande naturalezza e magistrale uso dei colori tipicamente brasiliani.
BARRY YUSUFU (Abuja, Nigeria) è un artista nigeriano autodidatta. I dipinti nella mostra hanno una tecnica unica nella quale all’acrilico viene aggiunto il caffè per dipingere i volti. Questo conferisce uno stile classico alla tela ed un senso di antico all’espressione dei soggetti ed alla matericità del lavoro.
L’artista è anche leader di un movimento artistico chiamato “The Kolony”, una fratellanza di giovani artisti contemporanei nigeriani.
Nella serie dei suoi lavori esposti in galleria viene evidenziata la relazione e la presenza tra soggetto ed oggetto.
Il lavoro di FEBRUARY JAMES (Los Angeles, CA) possiede una narrativa autobiografica. I suoi dipinti rappresentano le sue esperienze personali e le sue relazioni familiari. Parlano di lei, delle sue storie, e le sue figure tendono più a catturare l’essenza della persona che la loro fisicalità, in modo che lo spettatore è invitato a dare la sua interpretazione soggettiva, basata sulla sua essenza sociologica.
James esplora i fattori che influenzano la formazione dell’identità, chiedendosi quanto il legame familiare influenzi la vita di ogni giorno, la nostra vulnerabilità, le nostre aspettative nel tentativo di esplorare le emozioni nascoste che esistono tra quello che vediamo e quello che la nostra esperienza insegna.
TREVON LATIN (New York, NY) lavora con un vasto uso di materiali alternativi nel dipinto, nella continua narrazione della sua storia autobiografica. Le esperienze personali e la fantasia sono parte stringente nella composizione del dipinto dove in genere i materiali vengono cuciti uno all’altro lasciando spazio alla pittura solo nei volti.
La figurazione di OTIS KWAME KYE QUAICOE (Portland, OR) è costruita su uno specifico uso del colore che diventa linguaggio e trasformazione dell’artista sia a livello sociale sia a livello politico e personale. Ogni figura diventa simbolo del reclamo di una dignità culturale, abbracciando l’idea di una personale narrazione delle proprie origini, con riferimento ad immagini di presa di potere e redenzione, sofisticatezza e umiltà, curiosità e pacatezza.
Il lavoro di DOMINIC CHAMBERS (New Haven, CT) affronta temi sociali attraverso la rappresentazione di "black bodies" in momenti di meditazione e contemplazione in scenari di fantasia, con la creazione di dipinti riferiti a narrative letterarie, mitologie varie e storia Afroamericana.
Con uno studio particolare sull'uso del colore, ispirato alla monocromia e successivamente a Josef Albers, il lavoro si fonda sulla relazione tra realismo e fantasia attraverso limiti illusori, trattando l'idea del "magical realism".
I soggetti dei dipinti celebrano la potenza visionaria dell'artista in una continua negoziazione tra creatività e misticismo, talento "black" e paesaggi immaginari.
Il lavoro di AUUDI DORSEY (New Orleans, LA) riflette le sue personali emozioni presenti e passate, esprimendo la realtà della sua vita e della sua “black experience” nel quotidiano.
I dipinti spesso rappresentano bambini come simbolo di innocenza in contrapposizione ad adulti che nella vita incontrano ostacoli sulla loro strada, fatti di violenza e percorsi sbagliati. Il lavoro si contraddistingue per l’influenza culturale ed in particolare per la rappresentazione della vita a New Orleans e nell’America del Sud, nel tentativo di rivelare storie nascoste nelle parti poco visibili della città nella quale l’artista vive. Il risultato è spesso il riflesso di temi di povertà, gioia, dolore e celebrazione della comunità nera nella sua città natale.
English version
Luce Gallery is pleased to announce "Life in Flowers," a group exhibition by Zéh Palito, Barry Yusufu, February James, Trevon Latin, Otis Kwame Kye Quaicoe, Dominic Chambers and Auudi Dorsey.
The concept of the exhibition stems from an idea formulated for the Venice Biennale in 2019, where the work of the famous “botanical sculptor” Azuma Makoto was combined with that of Armando Kirwin, a leading virtual reality creator. The artists, with their own subjective interpretations, address the main theme not only in reference to the “physicality of flowers,” but also in terms of symbols that can somehow be linked to the beauty of a flower in the artist’s mind.
The virtual reality incorporates the paintings or sculptural figures featured in the show, with the aim of triggering an experience, entering an installation that explores the harmony of the various interpretations of the artists through their works. While exploring the installation step by step, a single bouquet of flowers ideally takes form, whose composition is dictated by the individual works on view.
ZEH PALITO's (Limeira, Brasil) practice seeks to promote a relationship of mutual respect and pleasure between humans and the natural world, often drawing inspiration from Brazilian and African cultures. The artist works across very different scales, from ambitious site-specifc murals to small-scale figurative works on canvas. In parallel with his commitment to the environment, elevating, inspiring and celebrating marginalised communities and underrepresented voices is a fundamental element of his practice - an implicit suggestion that the two issues
go hand in hand.
Palito's vibrant murals present fantastical landscapes where humans, animals and plant-life coexist in dynamic harmony.
Wide-open skies collide with fat geometric planes of colour, while big cats and tropical birds move through a world of vibrant foliage, houseplants and oversized fruits. Palito, choosing to represent those of Black and Indigenous heritage, depicts his fgures in sync with their surroundings. Through dramatic shifts in scale and a highly saturated use of colour, the artist proposes a wonderous utopic vision for the future.
BARRY YUSUFU (Abuja, Nigeria) is a self-taught visual artist from the north-central part of Nigeria. The paintings in the exhibition are having a unique technique made of acrylic and coffee.
in which faces are painted in a classic style but using a very original media which is giving a sense on antique to the expression of the subjects and the materiality of the work itself.
The artist is also the leader of an art movement called “The Kolony”, a brotherhood of young contemporary Nigerian artists. In this series of works the relationship of objects and subjects
is highlighted by their continue presence repeated in the works.
For FEBRUARY JAMES (Los Angeles, CA) the work holds an autobiographical narrative; her paintings represent her own experiences and familial relationships, they speak to her and tell their stories. But the figures themselves are devoid of construct, they strive to capture the essence of a person rather than their physicality, so that we are invited to create our own characterizations, based on our own relationships. When experienced through the window of domesticity, the figures become even more personal to the viewer, the storytelling embroiled in our own subjectivity, leaving us to wonder how much of what we perceive is real, and how much is socialconstruct.
James explores what factors influence identity formation: how truth is conditioned by the frameworks through which it is received; she asks the question, how much does the legacy of a family influence our everyday life, our vulnerabilities, our expectations, and explores the hidden emotions that exist between what we see and what we experience. James believes that life is about change, this being reflected in her work, as it is constantly evolving, persistently growing and unfolding. Through her art, she hopes to bring about order in the midst of chaos, change in the stagnation of growth and growth in the yielding of change.
TREVON LATIN (New York, NY) is a mixed media artist.
Latin’s work is influenced by outsider artists who nourished their craft in unconventional ways, like Aminah Lynn Robinson, who used a number of materials woven into a continuous narrative to tell her life story; and Henry Darger, a reclusive writer and artist whose epic fantasy manuscript and illustrations were discovered only after his death.
For the artist themes blending personal experience with fantasy are very compelling.
Latin’s education over the past decade has been defined by lessons in patience and keeping true to oneself. He has learned that, if the work has strong meaning to the artist, it will resonate powerfully with others.
OTIS KWAME KYE QUAICOE’s (Portland, OR) figuration is built upon a palette where color becomes its own language of transformation, be it social, political or personal. These are images of empowerment and redemption, sophistication and humility, curiosity and quietude. Each figure becomes a symbol of the reclamation of cultural dignity, embracing the idea of origin and personal narrative as it relates to gender and race dynamics.
In his large-scale paintings, DOMINIC CHAMBERS (New Haven, CT) reflects on the social stigma and challenges attributed to the black body, depicting black men in moments of meditation and contemplation within invented scenarios.
Chambers creates paintings that reference literary narratives cited in books, various mythologies, and African-American history. Specifically, working through color field paintings, his current work is invested in exploring moments of contemplation and meditation through reading and leisure. His work is founded upon the relationship between reality and fantasy. At this illusory boundary, Chambers negotiates ideas of magical realism by presenting Black figures as they delve into literature and contemplation within imagined landscapes. These subtle, leisurely moments not only celebrate each subject’s visionary power but further negate pervasive and toxic clichés, instead focusing on Black talent, creativity and mysticism.
AUUDI DORSEY (New Orleans, LA) work reflects his own emotions from the past and present, expressing the reality of his life and broader black experiences of subjects in quotidian scenes.
"These paintings represent all of the black kids from the hood, both those who’ve gotten out, as well as those who have not". Many of his works are also notable for their cultural influences, particularly representations of life in New Orleans and the entire American South. Dorsey’s paintings attempt to reveal the hidden stories that often go untold, depicting those living outside the “visible” part of New Orleans. As a result, his subjects often reflect themes of poverty, joy, pain, and celebration of black life in his home city. “I want to define the layers of black lives in New Orleans and how adversity can be turned into an opportunity.”