Luce Gallery è lieta di annunciare la mostra personale St. Marks dell'artista americano Nathaniel Mary Quinn.
In mostra una serie di nuovi ritratti, dipinti figurativi su carta, che, ad un primo sguardo, appaiono collage data la frattura delle diverse parti della composizione, meticolosamente rappresentata con un iperrealismo atto a creare questa illusione.
Non si comprende bene se i ritratti vengano costruiti o scomposti. Nathaniel Mary Quinn di fatto trae ispirazione da diverse immagini e non nasconde di assemblarle in un'unica composizione, quasi a voler significare che in ognuno di noi esistono diverse sfaccettature della nostra personalità che, insieme, ne formano il carattere. Alla fine compare un solo ritratto di ricerca pseudo-cubista, che evidenzia la potenza dell'espressione artistica.
Il lavoro di Quinn è autobiografico e se nelle mostre personali che ha tenuto alla Rhona Hoffman Gallery di Chicago e alla Pace Gallery di Londra, i riferimenti erano al suo passato vissuto nei ghetti di Chicago, oggi si riferisce alla realtà del quotidiano, con ritratti di persone che egli incontra a Brooklyn, dove vive e lavora.
La narrazione incontra la sua personale inventiva ricca di immagini, a volte grottesche o mostruose, ispirate dal ritrovamento di fotografie in riviste o fumetti. Ma se la fonte di ispirazione è dunque sempre presente, il dipinto viene svolto in modo indipendente nelle singole parti, quasi a voler frammentare l'immagine, in un continuo contrasto tra quanto è nitidamente dipinto e quanto rimane sfocato.
Seppur con un riferimento al Cubismo ed al Surrealismo, il lavoro dell'artista si colloca tuttavia in un ambito pittorico tradizionale, dove i soggetti hanno la posa classica del ritratto che gravita in una statura di ispirazione Rinascimentale.
L'uso dei cartoni animati uniti a elementi realisti, combinano un'originale figurazione che concede profondità, trama pittorica e complessità ad un genere di ritratto che raramente si è visto nell'arte contemporanea.
In una recente definizione la rivista Modern Painters ha descritto i lavori di Quinn affermando che l'artista dipinge inserendo diverse facce come se fossero “schiacciate in un panino” (several faces sandwiched). Usando un delicato sfondo bianco in realtà l'artista “sfigura” la posa, spesso inserendo occhi perfetti, ma poi rappresentando la propria personale visione e la sua profonda fede nell'esplorazione dell'ego, la sua ricerca si sintetizza nella costruzione dell'identità.
Dipingendo un ritratto senza sapere fino alla fine di chi sia, i singoli elementi si aggiungono come in puzzle man mano che il lavoro procede. La scelta delle immagini a cui ispirarsi è dettata dalla memoria in una continua narrativa personale, e la forza di alcuni elementi che vagano al confine del grottesco, si relazione con l'infanzia vissuta dall'artista nell'abbandono familiare.
Mentre nei lavori precedenti l’artista esplorava la memoria, St. Marks è riferito invece alle immagini del presente e a persone che l'artista nota ogni giorno a Brooklyn dove vive. Ogni opera è una riflessione sul mondo di oggi. Ciò che si nasconde dietro il lavoro di Quinn è qualcosa di appassionato e viscerale. “Non dipingo ritratti ” - afferma l'artista - “ma ciò che non si può vedere ”; dettagli del modo di vestire, elementi che all'artista sembrano animaleschi, nel tentativo di entrare nella psiche del soggetto. La verità di ogni identità viene narrata attraverso la frammentazione degli elementi, in un simbolismo formale che narra la storia dell'artista attraverso le persone da lui incontrate.
Dipingendo senza sketches iniziali, l'artista non sa mai dove l'opera lo porterà -finché non è il dipinto stesso a “comunicarglielo”- e agisce in stretta relazione al suo subconscio che lo conduce a rappresentare figure surreali ed a volte grottesche, elementi della vita di ogni giorno nella New York che appare agli occhi di Nathaniel Mary Quinn.
Nathaniel Mary Quinn è nato nel 1977 a Chicago. Vive e lavora a New York.
Tra le sue mostre personali ricordiamo Highlights, M B, Los Angeles; Back and Forth, Rhona Hoffman Gallery, Chicago; Past/Present, Pace London Gallery, London; The MoCADA Windows, Museum of Contemporary and African Diasporan Arts (MoCADA), New York.
Le sue opere sono presenti nelle collezioni del Whitney Museum of American Art di New York, dell'Art Institute di Chicago e del Sheldon Museum of Art, Lincon, NE.
English version
Luce Gallery is proud to present St. Marks a solo show by the American artist Nathaniel Mary Quinn.
The exhibition features a series of new paintings on paper that at first glance seem like collages, due to the splitting of the various parts of the composition, painstakingly represented with a hyperrealism that creates this illusion.
It is hard to discern whether the portraits are constructed or broken down. Nathaniel Mary Quinn takes inspiration from different images and does not conceal their assembly in a unified composition, as if to convey the idea that our personality has many facets, which together form our character. In the end what appears is a single portrait, a pseudo-Cubist image charged with the power of artistic expression.
Quinn’s work is autobiographical, and while in the solo shows at Rhona Hoffman Gallery in Chicago and Pace Gallery in London the references were to his past in the ghettoes of Chicago, today his painting reflect his everyday reality, with portraits of the people he meets in Brooklyn, where he lives and works.
Storytelling encounters his inventive imagination, packed with at times grotesque or monstrous images, based on found photographs or comics. While the references are always clearly evident, the painting is done independently in the single parts, almost as if to break the image into fragments, in an ongoing struggle between what is clearly depicted and what remains out of focus.
Though there are Cubist and Surrealist references, Quinn’s work takes its place in a traditional sphere of painting, where the subjects have the classical pose of portraiture, a posture with Renaissance overtones.
The use of cartoons together with realistic segments generates an original figuration that grants depth and pictorial complexity to a type of portrait rarely seen in contemporary art.
In a recent article the magazine Modern Painters described Quinn’s works by saying that his images are like “several faces sandwiched.” Using a delicate white backdrop, the artist actually disfigures the pose, often inserting clearly depicted eyes. But then, representing his own personal vision and his deep faith in the exploration of the ego, his research is channeled into the construction of an identity. Painting a portrait without knowing who it is until the very end, the individual elements accumulation as in a puzzle, gradually as the work proceeds. The choice of the images of reference is dictated by memory in a continuous personal narrative, and the force of certain features that border on the grotesque establishes a relationship with the artist’s childhood and his history of abandonment by his family.
While Quinn’s previous works explored memory, St. Marks makes reference to images of the present, to people the artist notices in everyday life in Brooklyn, which is now his home. Each work is a reflection on the world of today. What is hidden behind Quinn’s creations is something heartfelt and instinctive. “I don’t paint portraits,” he says, “but what cannot be seen”: details of a way of dressing, elements that remind him of animals, in an attempt to enter the psyche of the subject. The truth of each identity is narrated through fragmentation of its parts, in a formal symbolism that tells the story of the artist through the people he meets.
Painting without initial sketches, Quinn never knows where the work will lead –until the painting itself “tells him” – and acts in close relation to his subconscious which prompts him to depict surreal figures, features of the everyday life of New York as it appears to the eyes of Nathaniel Mary Quinn.
Nathaniel Mary Quinn was born in 1977 in Chicago. Lives and works in New York.
Selected solo shows: Highlights, M B, Los Angeles; Back and Forth, Rhona Hoffman Gallery, Chicago; Past/Present, Pace London Gallery, London; The MoCADA Windows, Museum of Contemporary and African Diasporan Arts (MoCADA), New York.
His works are included in the collections of Whitney Museum of American Art, New York; Art Institute of Chicago and Sheldon Museum of Art, Lincon, NE.