Luce Gallery é lieta di annunciare “Open Air”, una mostra collettiva a cui partecipa la quasi totalità degli artisti che negli ultimi anni hanno caratterizzato il programma internazionale della galleria, sia con progetti specifici nello spazio di Torino, che con la partecipazione a fiere e progetti istituzionali.Tutti gli artisti coinvolti nel progetto realizzeranno lavori inediti, con pochissime eccezioni. Si tratta della prima mostra virtuale alla galleria in cui le singole opere verranno presentate sia singolarmente che installate nello spazio, nel tentativo di offrire un "walk through" attraverso la curatela dell'installazione eseguita virtualmente. La mostra comprenderà opere di Martha Tuttle, Amaryllys DeJesus Moleski, Hugo McCloud, Peter Mohall, Derek Fordjour, Danielle DeJesus, Robert Davis, Stephan Balkenhol, Dominic Chambers, Grace Lynne Haynes, February James, Caitlin Cherry. L'esposizione nasce da un' esigenza di fratellanza e reciproco supporto in un momento complesso in cui il legame tra l'espressione artistica e le idee della galleria emergono nella loro unicità e solidarietà. Il filo che ci conduce attraverso la mostra é un formalismo estetico che ognuno degli artisti coinvolti possiede, come base per la ricerca della propria creatività. Attraverso media diversi, figurazione oppure astrattismo, vengono trattati linguaggi diversi, ma ognuno -unico nella sua originalitá- costituisce il fondamento della personalità artistica, come del programma della galleria.
I lavori di Martha Tuttle catturano le sfumature effimere del tempo e della natura. L'artista americana utilizza pigmenti naturali, anche dalla terra nella sua casa in Nuovo Messico. Le sottili variazioni dei colori e delle ombre derivano da azioni di sfregamento e piegatura. Lo strato più esterno delle opere è coperto da tessuti leggermente drappeggiati. Realizzati con lana filata a mano e per ore battuti con un martello, gli intrecci vengono tinti ripetutamente per ottenere la giusta intensità di colore. Le morbide superfici assorbono la luce e altresì possiedono una propria luminescenza, mentre la frammentazione conserva lo spazio per l'immaginazione. Per questa occasione, invece, vengono presentati gli acquarelli con grafite su carta.
Ad Amaryllis DeJesus Moleski, artista queer afro-portoricana, affronta la rappresentazione di donne - queer, femme, mulatte e nere -, che a lungo sono state escluse dalla narrativa artistica dominante. Interessata al simbolismo delle immagini, ma anche appassionata di storie fantastiche e alla mitologia, disegna e dipinge figure femminili del futuro che formano un linguaggio visivo con cui raccontare creazioni terrene e cosmiche. Corpi sinuosi con un terzo occhio si congiungono ad elementi terreni, come arcobaleni, pioggia, pietre, ossa, fiori e tuoni. Il suo immaginario si ispira a illustrazioni alchemiche, religiose, spirituali e antiche, concepite per essere lette come testi.
L’artista afroamericano Hugo McCloud esplora da sempre temi legati al valore del lavoro e all’economia sociale. La sua ricerca rivolge interesse e attribuisce bellezza a materiali non convenzionali, solitamente scartati o ignorati, che manipolati incoraggiano nell’osservatore nuove percezioni. I lavori più recenti sono realizzati fondendo con il calore ritagli di sacchetti di plastica colorati su panelli e ritraggono facchini, riciclatori di rifiuti e lavoratori incontrati durante viaggi in India, Asia, Africa e America Latina. I grandi pesi caricati sui loro corpi sono reali e per tale motivo queste persone meritano rispetto.
La nuova serie di dipinti di Peter Mohall unisce due approcci pittorici differenti: il motivo figurativo e il suo indice di colore, che consiste in brevi e uguali tratti ispirati a precedenti pitture astratte. Visivamente dal contrasto di questa compresenza sulla tela di juta scaturisce un dialogo. L’artista svedese esamina l'alternanza delle proprietà delle pennellate e l'autenticità pittorica, nonché il cambiamento dei valori ottici del colore. Da una parte l’interazione dei colori e strati nell’immagine raffigurata, dall’altra il gesto cromatico isolato lateralmente.
Il tema centrale nel lavoro di Derek Fordjour è l'esplorazione della "game-ification" nelle strutture sociali e l’intrinseca vulnerabilità dell’essere umano all'interno di una competizione. L’artista ghanese-americano ragiona sulle implicazioni politiche, strategie individuali e collettive, come anche sul ruolo dello spettacolo e relativi interessi. Negli ultimi dipinti torna sui soggetti delle folle e degli eventi sportivi per affrontare le relazioni di potere, i flussi di capitale e la disuguaglianza nella società e nei sistemi economici degli Stati Uniti. I quattro atleti neri di “Four Man Sweep” (2020) sono un team di rematori.
Danielle DeJesus riflette su questioni politiche e principalmente sui traumi subiti da immigrati negli Stati Uniti, dipingendo spesso sulle banconote dei dollari. Attraverso la sua pratica, l’artista documenta inoltre la sua esperienza di americana con origini afro-portoricane. Adattando uno stile di pittura “occidentale” per rappresentare persone di colore, chiarisce le complessità delle identità Black e Brown.
I lavori di Robert Davis raffigurano oggetti e persone della sua infanzia a Norfolk in Virginia, negli anni Settanta. Gli acquarelli su carta, assieme agli oli su tela e i disegni in grafite potrebbero svelare un multiforme ritratto dello stesso artista. Difatti, la ritrattistica è da sempre presente nella sua ricerca basata sul costante interesse per la fluida interrelazione di esperienza, psicologia e identità. Intrisi di nostalgia, i soggetti nelle opere sono profondamente personali e non.
La pratica artistica di Stephan Balkenhol deriva dal Minimalismo e dall'Arte Concettuale degli anni Settanta e dal suo desiderio di riportare la figura nella scultura contemporanea rielaborando soggetti classici. Lo scultore tedesco scava da un unico blocco di legno, creando figure in miniatura a cui applica smalti di colori brillanti.
Attingendo al proprio vissuto e ispirandosi a racconti, mitologie e alla storia afroamericana, Dominic Chambers affronta temi della black identity. Nei dipinti di grande formato “Untitled (Gabriel in Blue)” (2020) e “Blue summer swing time” (2020) riflette sullo stigma sociale e sfida associazioni attribuite al corpo nero, raffigurandolo in momenti di meditazione e contemplazione all’interno di scenari inventati. L’artista afroamericano si interroga sul concetto del velo di W. E. B. Du Bois, secondo cui l’uomo nero è separato da una linea di colore, che gli impone una duplice visione con gli occhi dei bianchi di cui percepisce i pregiudizi.
Il lavoro di Grace Lynne Haynes indaga l'esperienza femminile afroamericana e la sua relazione con il colore, l'estetica e la diaspora africana. La sua pratica comprende l'archiviazione di immagini di figure femminili nere nell’America del passato e del presente. L’artista afroamericana si ispira spesso ai loro ritratti eleganti degli anni Sessanta e utilizza soprattutto colori pastello, che di solito non vengono associati alla femminilità delle donne nere.
February James si ispira ad una narrazione autobiografica, che cattura l’essenza delle persone. Traendo dalla propria identità e da esperienze vissute nell’ambiente familiare, smaschera il Sé nei momenti che sono difficilmente accessibili. Interessata alla proiezione che l’osservatore elabora sull’opera, l’artista afroamericana dipinge e disegna volti, che esprimono emozioni profonde e spesso celate. Attraverso colori accesi e forme distorte rappresenta l’intangibile dei nuclei emotivi, così come possono apparire nei ricordi e nei sogni.
La pratica pittorica di Caitlin Cherry si contraddistingue per un personale uso del colore, che trasmette all’osservatore un senso di forte energia. L’artista afroamericana guarda sia alla storia dell'arte che alle teorie culturali più sperimentali dell’epoca odierna satura di tecnologia. I soggetti dei suoi lavori, anche installativi, sembrano interessati alla distorsione di ossessioni e simboli della società americana. I dipinti figurativi esplorano l'effetto di polarizzazione e inversione della tecnologia di monitoraggio a cristalli liquidi (LCD) negli schermi malfunzionanti o inclinati. Il risultato diventa metafora della sovraesposizione e colonizzazione di corpi femminili neri nella cultura e nella musica popolare.
English version
Luce Gallery is pleased to announce “Open Air”, a group show of new works by nearly all the artists who in recent years have taken part in the gallery’s international program, both with special projects for the space in Turin and with works exhibited in art fairs and institutional projects.
All the artists involved in the project will make new works, with very few exceptions.
This is the gallery’s first virtual exhibition, in which the works will be presented individually as well as installed in the space, in an attempt to offer a “walk-through” thanks to the curating of the installations produced in the virtual sphere.
The exhibition will include pieces by Martha Tuttle, Amaryllis DeJesus Moleski, Hugo McCloud, Peter Mohall, Derek Fordjour, Danielle DeJesus, Robert Davis, Stephan Balkenhol, Dominic Chambers, Grace Lynne Haynes, February James, Caitlin Cherry.
The show springs from the need for mutual support and solidarity in a complex moment in which the bond between artistic expression and the ideas of the gallery emerges in a unique way.
The thread that leads us through the show is an aesthetic formalism possessed by each of the artists involved, as a basis for pursuit of their own approach to creativity.
Through various media, in figurative or abstract works, the languages may differ, but each of them – unique in its originality – constitutes the foundation of an artistic personality, as in the entirety of the gallery’s program.
Filled with light and space, Martha Tuttle’s works capture the ephemeral nuances of time, spirit and nature. The artist uses pigments and colors found in the basic elements, including earth from her alternate home of New Mexico. Subitle variations in color and shadow result from the hand rubbing and folding. The outermost layer of these paintings is a loosely draped weaving. Made from hand spun wool, and beaten with a mallet for hours, these weavings are then dyed repeatedly to achieve the right depth of color. While soft and light absorbing, the surfaces also possess an inner luminescence.The effect, a painting that is also a physical, varied and a breathing object, draws the viewer in as a painting does, while the fragmentation preserves space for imagination. We become a part of the mystery of light, space and time taking place.
Amaryllis DeJesus Moleski main theme is the representation of all that women that were excluded by the dominant art narrative providing them visibility. She is concerned specifically with the futuristic femme myth as it applies to queer and of color communities.
Moleski built a visual utopia filled with curvaceous bodies, dolled-up fashion and flattened patterns.
She is a multidisciplinary artist, who practices her craft with a dash of magic and lots of femme imagery. The artists sat down to unearth what it means to be an artist navigating through identities and how to keep your head above water in the sea of culturally imposed categories.
From the beginning his career Hugo McCloud work has always dealt with ideas around value, labor and social economics. The artist's practice is to always find interest or beauty in something that is overlooked, to create something from items that are usually discarded, disregarded, or devalued, and to encourage the viewer to have a new outlook. He will presents portrait paintings of human porters, recyclers, labor force workers that he met in his travels. The loads that are carried on these people’s backs are not exaggerated and because of that there is a certain respect we must give them. This new figurative series follow the artist research on manipulation of unexpected materials and will be made using layers of recycled merchandise plastic bags fused with heat on a panel.
Peter Mohall’s new series of paintings consists of two different kind of painting approach. One is a figurative motif, the other is the color index of the motif, which consists of identical cast brush strokes, inspired from a previous abstract series of paintings.
Visually there is an interaction and a painterly discussion that emerges through the contrast between the imagery of the figurative and the casted identical brush strokes of the color index, which are of an obvious artificial painterly quality. Mohall examines the alternation of the brushstroke’s properties and painterly authenticity as well as the change of the optical values in color. From an interaction with adjacent colors and layers in the context of the motif, to an isolated object in the colour index.
Derek Fordjour starting point is an exploration of the “game-ification” of social structures and the inherent vulnerability of the individual situated within a contest. The political implications of such structures,individual and collective strategies, as well as the element of spectacle and related concerns. Fordjour’s new paintings advance explorations of earlier works, returning to the subjects of crowds and athletic competitions to illustrate the entrenchment of power relations, capital flows, and inequality within the economic and social systems of the United States.
Adapting a “Western-style” of painting to depict people of color Danielle De Jesus elucidates the complexities of Black and Brown identities, mainly to shed light on the disruptive trauma of immigrating to the US. Her practice is also a platform to document her experience as a Puerto Rican Afro-Latin.
Robert Davis works represent portraits, people and objects that captivated and shaped the artist growing up in Norfolk, Virginia in the 1970s.
Comprised of a series of graphite on paper drawings as well as watercolor on paper, they might also be read as a composite portrait of Davis himself. Portraiture is a longstanding theme in Davis’s artwork and operates as both genre and form. His body of work builds upon his sustained interest in the fluid interrelation of experience, psychology, and identity.
The subjects of Davis’s works are both generic and deeply personal, representative of formative experiences, meticulously re-created in pencil or oil on canvas and imbued with nostalgia and identification.
Stephan Balkenhol’s artistic practice derives from the Minimalism and Conceptual Art of the '70s and his desire to bring the figure back into contemporary sculpture. His study of the figure has been rigorously developed by reworking the classic subjects that are now part of his expressive vocabulary all through his career, as presented in a host of shows in major institutions. The statues carved from a single block of wood have been accompanied by painted bas-reliefs that have often verged on pictorial perfection.
Every work is an expression of the artist’s spontaneity in handling the material used but also in the reference to natural poses. The works sometimes take on the emotive perception of the miniature, sparking a desire in viewers to reach out and touch the small figures born out of socially rooted German Expressionism.
Drawing on his own experience and from African American narratives, mythologies and history, Dominic Chambers approaches themes connected with black identity. He challenges historical and contemporary associations regarding the black body, depicting it in moments of meditation and contemplation inside settings of his own devising. The central relationship between reality and imagination is continually fostered by his passion for reading. The legibility of the original image is interrupted, while the monochrome landscapes establish a relationship with the black figures.
Reflecting on social stigma through artistic practice, the artist renegotiates the relationship with his own cultural heritage. The desire to deconstruct history, literature and stereotypes springs from biographical experiences in the places of his upbringing, where racial tensions, poverty and violence were very widespread.
Grace Lynne Haynes work is inspired by the recent re-awakening of African American women taking initiative to re-define what's feminism.
In her art she examines the African American female experience and it's relationship to color, aesthetics, the African diaspora at large and femininity. Pastel colors are her primary palette in the paintings. She utilize a pastel color palette because it traditionally represents softness and femininity which are traits that aren't typically associated with Black womanhood.
She's often inspired by the images of African American women from the 1960's era who were portrayed as poised and elegant and her practice involves researching and archiving imagery of Black women in America from the past and present.
For February James the work holds an autobiographical narrative; her paintings represent her own experiences and familial relationships, they speak to her and tell their stories. But the figures themselves are devoid of construct, they strive to capture the essence of a person rather than their physicality, so that we are invited to create our own characterizations, based on our own relationships. When experienced through the window of domesticity, the figures become even more personal to the viewer, the storytelling embroiled in our own subjectivity, leaving us to wonder how much of what we perceive is real, and how much is social construct.
James explores what factors influence identity formation: how truth is conditioned by the frameworks through which it is received; she asks the question, how much does the legacy of a family influence our everyday life, our vulnerabilities, our expectations, and explores the hidden emotions that exist between what we see and what we experience. James believes that life is about change, this being reflected in her work, as it is constantly evolving, persistently growing and unfolding.
Caitlin Cherry draws as much from the traditions of art history as from the trailblazing cultural theory authored in this technology-saturated age.
Working with a very original use of the color her representations are giving to the viewer a sense of energy and vibrancy. Her installations often suggest the ability to inflict damage on what could be regarded as bastions of cultural authority, while her subjects seem interested in the distortion of some American cultural obsession and symbols. The last series of works by the artist features figurative paintings that explore the polarization and inversion effect of Liquid Crystal Display (LCD) monitor technology that occurs with a malfunctioning or tilted screen. This image distortion that is furthered in the painting process becomes a metaphor for the overexposure and colonization of black female bodies that persists in popular culture and music.