L'artista Svedese Peter Mohall presenta nella sua prima personale italiana una serie di nuovi dipinti e due sculture centrali nello spazio. I due corpi principali di lavoro dell'artista scandinavo sono costituiti da una mutua focalizzazione sul tratto pittorico. Nella Brushstrokes Series, l'artista si appropria di una tecnica usata nella scultura, trasferendola al dipinto. Pennellate spesse dense di vernice adottano il procedimento della fusione per essere poi applicate, in serie, sulla tela. Ad una prima visione il dipinto appare come la ripetizione di diverse pennellate, ma ad un più attento esame scopriamo che ogni tratto è esattamente uguale all'altro, come se si trattasse di una scultura prodotta in diversi esemplari. In una tecnica mai adottata in precedenza, Mohall ripercorre le teorie espressioniste e post-espressioniste sul gesto e sul tratto pittorico, esprimendo un minimalismo formale. Tuttavia il suo lavoro è frutto della cultura scandinava che si manifesta pienamente alla visione dei suoi lavori, in un esame delle conseguenze estetiche della ripetizione della pennellata, dove il ripetersi è strumento che permane anche nell'installazione, ove i dipinti sono raggruppati per colore e composizione. Ambedue le serie di dipinti contengono un elemento di “impossibilità” della pittura. Nella serie Brushstrokes l'impossibilità è che ogni pennellata sia identica, mentre nella serie della “pendenza piatta delle pennellate” (Flat Gradient Brushstrokes Series) è la sottile gradazione o sfumatura entro la pennellata stessa. In questa serie l'artista applica una tecnica con l'utilizzo di molteplici strati di pittura e la mescolanza di svariati colori, che poi vengono sfumati con la fusione in cera. Qui, tutto ciò che appare viene sovrapposto al contrario. E se a prima vista paiono semplici pennellate colorate applicate su uno sfondo bianco, e' in realtà' lo sfondo stesso ad essere applicato per ultimo a sovrapporsi alle pennellate. L'esposizione conterrà due sculture costituite da pezzi di attrezzi che si usano normalmente nelle palestre per svolgere allenamento sui muscoli addominali, uniti ed assemblati in modo incorretto. Con queste opere l'artista dimostra l'interesse al cambiamento del contesto al fine di alterare la comunicazione di un oggetto attraverso l'astrazione, ponendo lo stesso ai limiti della riconoscibilità della sua funzione iniziale di prodotto.
Peter Mohall è nato a Loddekopinge in Svezia, vive e lavora ad Oslo in Norvegia. Espone per la prima volta in Italia ed ha esposto in mostre personali "Brushwork" alla Galleri Jacob Bjorn, Aarhus, Danimarca e "Out of the blue, into the hue" Galleri Mors Mossa, Gothenburg, Svezia. Nel 2015 ha avuto una residenza artistica alla Ellen Trotzig Foundation from Malmo Art Museum.
English version
The Swedish artist Peter Mohall, in his first italian solo exhibition, presents a series of new paintings alongside sculptures in the gallery's space.The central body of work includes two series of paintings with a mutual focus on the brushstroke, although with significant different approaches. In the Brushstrokes painting series, sculpting techniques is appropriated and transferred into painting. Thick brushstrokes are casted, copied and multiplied, resulting in a painting of a plurality of identical strokes. In a new technique Mohall retraces the expressionist and post-expressionist theories on the brush gesture, conceiving a formal minimalism. Although his work is the result of his Scandinavian culture that is visible in the work, in an examination of the aesthetic consequences of repetition, where the mechanical is set against the painterly authenticity. The repetition becomes a tool in painting, which continues in the installation where paintings are grouped by color and compositions. Both series have an element of painterly "impossibilities". In the Brushstrokes series this impossibility is the identical brushstrokes, in the Flat Gradient Brushstrokes series, it is the soft gradation within the brushstroke itself, where the artist works with a particular technique with multiple layers of paint and melted wax. Here everything that appears is overlapped on the contrary. And if at first glance they seems simply brushstrokes signs made on a simple white base, in real it's the white itself that is ultimately applied on the brushstrokes. The show also includes sculptures made of abdominal training devices that are merged and assembled incorrectly. The artist finds interest in the change of context and the altering of communication of an object through abstraction, where the object moves on the boarder of being recognizable more or less as a sculpture in relationship to be seen as the initial product in itself.
Peter Mohall was born in Loddekopinge, Sweden. He lives and works in Oslo, Norway. The exhibition is Mohall's first in Italy. Recent solo exhibitions includes "Brushwork" at Galleri Jacob Bjørn, Aarhus, Denmark and "Out of the blue, into the hue" at Galleri Mors Mössa, Gothenburg Sweden. Mohall is a 2015 grant recipient of the Ellen Trotzig foundation from Malmö Art Museum.