Luce Gallery è lieta di presentare Woven Memories, la seconda personale di Ryan Cosbert nelle sale della galleria a Torino, dal 21 settembre al 5 novembre 2023. La mostra riunisce nuovi dipinti dell’artista di base a Brooklyn, tra cui tele realizzate a mano con tessuti misti e parti lavorate a maglia nelle sue caratteristiche “tessere”. La sua distintiva astrazione tattile agisce da tramite per trasmettere idee concettuali profondamente radicate nella Black culture. In questa serie adotta un approccio scientifico per esplorare l’eredità del trauma intergenerazionale che deriva dalla schiavitù, segregazione e violenza urbana. Se osservate nell’insieme, le opere rappresentano i “guardiani” protettori della tradizionale scultura africana, cercando di tracciare le origini del dolore ereditato e ponendo allo stesso tempo domande necessarie sul peso dei traumi nelle persone nere oggigiorno.
Il titolo della mostra, Woven Memories, invita a ragionare rimandando alla profonda riflessione che scaturisce dall’indagine che Cosbert dedica all'epigenetica, studio di come i comportamenti e l'ambiente di un individuo possono innescare variazioni nell’espressione dei geni. Questa ricerca investiga come guerra, carestia, abuso sessuale e traumi sistemici come il razzismo possiedano il potenziale di trasferire effetti a catena attraverso generazioni. Gli eventi traumatici possono portare la progenie ad ereditare una chimica cerebrale alterata, spesso con conseguente compromissione della salute mentale e infiammazione, fattore significativo che contribuisce a varie malattie. Con un notevole corpus di opere influenzate da analisi di eventi storici e moderni all'interno della diaspora africana, porta alla luce e raffigura le origini di afflizioni in passato celate. L'artista rivela come queste forze invisibili siano intrecciate in modo intricato a livello cellulare più profondo, in particolare attraverso l'incorporazione di oggetti trovati. I quadranti e gli ingranaggi di orologi rotti simboleggiano il passare inesorabile del tempo e i bossoli dei proiettili ricordano la violenza, mentre i pannolini e i ciucci per bambini ci ricordano intensamente l'eredità tramandata alla prossima generazione.
Nel lavoro tondo, The Void (2023), Cosbert dipinge abilmente uno sfondo luminoso, attirando gli osservatori con una palette di rosa cipria fluorescenti e verdi menta tenui. Ad un esame più attento, la superficie del dipinto rivela un intricato paesaggio composto da cumuli di "tessere" quadrate. Queste tessere sono concepite sapientemente con materiali riciclati, tra cui plastiche polverizzate, fiori secchi sminuzzati e conchiglie, formando una struttura a griglia con trame che ricordano fondali di corallo. A dare ulteriore carica alla composizione sono gli evidenti segni di schizzi del colore sulla superficie, un omaggio alla pittura d'azione dell’espressionismo astratto. Tuttavia, è il motivo centrale che cattura davvero l'attenzione: una spirale di tessere del domino cadute che crolla con grazia verso il centro del dipinto, richiamando la sua forma circolare. La scelta di inserire pezzi del domino racchiude un forte simbolismo dal duplice scopo. Innanzitutto, si rifà al significato storico degli oggetti ricreativi legati alla cultura afroamericana, risalenti all’epoca della Guerra civile americana. In secondo luogo, esprimono il concetto figurativo di "effetto domino".
Per Cosbert, questo movimento a spirale simboleggia il trasferimento del trauma, una forza che colpisce gli esseri umani nelle diverse fasi della vita, implacabile e inevitabile. Le tessere del domino corrispondono ad una reazione a catena inarrestabile e interconnessa, proprio come le conseguenze in evoluzione del trauma generazionale. In questo dipinto, l'artista ci costringe a confrontarci con la natura intransigente di questa forza, esortandoci a riconoscere e ad affrontare l'eredità perenne del trauma che plasma le nostre vite.
Ciò nonostante, anche in mezzo ai pensieri più cupi, c’è sempre un raggio di speranza. Proprio come i cambiamenti epigenetici non modificano in maniera irreversibile la sequenza del DNA, Cosbert ricorda che i traumi familiari non necessariamente modellano in modo permanente la loro traiettoria di vita. La sua volontà artistica è di trasmettere conoscenza e alimentare il processo di guarigione delle profonde ferite ancestrali che persistono. Attraverso il suo lavoro, cerca di incoraggiare le persone con la forza per fronteggiare e superare i fardelli del passato, favorendo infine un percorso dai colori splendenti verso la ripresa e la trasformazione.
Ryan Cosbert (1999, New York, Stati Uniti) vive e lavora a Brooklyn, New York. La ricerca dell’artista concettuale afroamericana è rivolta all’astrazione. Il lavoro pittorico attinge dall’eredità delle sue origini haitiane e guyanesi, esperienze umanistiche, autoespressione, questioni politiche e narrazioni storiche della diaspora africana. Attraverso la sua pratica artistica, esplora le ripercussioni dell’assoggettamento e dell’oppressione nell’esperienza della comunità nera, spesso facendo luce su figure storiche nere trascurate, esperienze condivise e convinzioni profonde. Nel 2021, Cosbert ha conseguito il BFA alla prestigiosa School of Visual Arts (SVA) a New York City, dove si è distinta ricevendo diversi riconoscimenti, tra cui la Barnes Foundation Scholarship (2021) e il Chairman’s Merit Award (2017-21). Le sue opere sono state esposte negli Stati Uniti e in Europa, come anche presentate in numerose fiere d’arte - Felix Art Fair a Los Angeles, NADA e Untitled Art a Miami, Dallas Art Fair a Dallas e 1-54 Contemporary African Art Fair a Londra e New York - e acquisite da collezioni private e istituzioni pubbliche.
English version
Luce Gallery is pleased to present Woven Memories, the much anticipated second solo exhibition with Brooklyn-based artist Ryan Cosbert. Including canvases hand-woven with mixed fabrics and knit pieces into her signature ‘tiles’, the exhibition will be on view beginning September 21st through November 5th. Cosbert’s distinctive tactile abstraction serves as a conduit to convey conceptual ideas deeply rooted in Black culture. In this series, the artist takes a scientific approach to explore the legacy of intergenerational trauma stemming from slavery, segregation, and urban violence. When viewed together, the paintings in Woven Memories channel protective ‘guardians’ from traditional African sculpture, seeking to trace the origins of inherited pain while also posing critical questions around the burden of past traumas on contemporary Black individuals.
Cosbert's thought-provoking exhibition title, Woven Memories, serves as a profound reflection of her extensive exploration into the realm of epigenetics. Epigenetics delves into the study of how an individual's behaviors and environment can trigger changes that impact the functioning of their genes. This research investigates how war, famine, sexual abuse, and systemic traumas such as racism possess the potential to send ripple effects through generations. These traumas may then lead to offspring inheriting altered brain chemistry, often resulting in compromised mental health and inflammation — a fundamental contributor to various diseases. With a remarkable body of work informed by thorough investigations into both historical and modern-day events within the African Diaspora, Cosbert brings to light and vividly portrays the origins of these previously concealed afflictions. In each artwork, the artist masterfully reveals how these invisible forces are intricately interwoven at the deepest cellular level, most notably through the incorporation of found objects. Broken watch faces and gears symbolize the inexorable passage of time, and bullet casings recall the violence, while infant diapers and pacifiers poignantly remind us of the inheritance passed down to the next generation.
In her captivating tondo painting The Void (2023), Cosbert skillfully paints a luminous backdrop, luring viewers into its embrace with a palette of blush fluorescent pinks and pale minty greens. Upon closer examination, the surface of the painting reveals an intricate landscape composed of mounds of square 'tiles.' These tiles are expertly crafted from recycled materials, including pulverized plastics, crushed dried flowers, and seashells, forming a grid-like structure with textures reminiscent of coral beds. Further energizing the composition are the prominent splatter marks of paint across the surface, a homage to the abstract expressionist action-painting style. However, it is the central motif that truly captivates the observer's attention — a spiral of fallen dominos that gracefully collapses toward the heart of the painting, echoing the circular shape of the tondo. This inclusion of dominos carries profound symbolism, serving a dual purpose. First, it harks back to their historical significance as objects of leisure deeply intertwined with African American culture, dating back to the era of the American Civil War. Second, it embodies the concept of the figurative "domino effect."
For Cosbert, this spiraling motion symbolizes the transfer of trauma, a force that affects individuals at various stages of life, relentless and inevitable. The dominos represent an unstoppable and interconnected chain reaction, much like the unfolding consequences of generational trauma. In this painting, the artist compels us to confront the unyielding nature of this force, urging us to acknowledge and grapple with the enduring legacy of trauma that shapes our lives.
Nevertheless, amidst even somber reflections, there is always a ray of hope. Just as epigenetic changes do not irreversibly alter one's DNA sequence, Cosbert artfully reminds the viewer that familial traumas need not permanently shape their life trajectory. Her artistic objective lies in imparting knowledge and nurturing the healing process for the profound ancestral wounds that persist. Through her work, she seeks to empower individuals with the strength to confront and transcend the burdens of the past, ultimately fostering a brightly-hued path towards healing and transformation.
Ryan Cosbert (1999, New York, United States) is a Brooklyn-based conceptual artist working in abstraction. Her work draws from her Haitian and Guyanese heritage, humanistic experiences, self-expression, political issues, and rigorously researched historical narratives of the African diaspora. Through her artistic practice, she skillfully explores the repercussions of subjugation and oppression experienced by the Black community, often shedding light on overlooked Black historical figures, shared experiences, and profound beliefs. Cosbert graduated with a BFA in 2021 from the prestigious School of Visual Arts (SVA) in New York City where she distinguished herself, receiving multiple honors including the Barnes Foundation Scholarship (2021) and the Chairman’s Merit Award (2017-21). Cosbert has exhibited throughout the United States and Europe, including a number of art fairs, Felix Art Fair in Los Angeles, CA; both NADA and Untitled Art in Miami, FL; Dallas Art Fair in Dallas, TX and 1-54 Contemporary African Art Fair in London, UK and New York, NY. Additionally, her work has been acquired by numerous private collections and public institutions.