Shanee Roe, Intimate Gaps

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Siamo lieti di presentare Intimate Gaps, la prima mostra personale di Shanee Roe presso Luce Gallery. L'inaugurazione avrà luogo il 20 settembre e la mostra include nove dipinti — molti dei quali incorporano elementi di collage — visibili fino al 18 ottobre. I soggetti di Roe esplorano l’intimità, le relazioni interpersonali e le dinamiche di potere attraverso personaggi vivaci che mettono in evidenza la tensione tra connessione e disconnessione. Le sue opere ritraggono tentativi impacciati e giocosi nel creare legami, rivelandone al contempo le ansie sottostanti e le lotte emotive all'interno delle nostre relazioni più intime. Tramite l’utilizzo di una palette satura, le figure di Roe sono allo stesso tempo graziose e inquietanti, con grandi teste simili a massi e occhi ampi e penetranti, pensati per evocare sia compassione che disagio. Insieme, le opere di Intimate Gaps mettono in luce la natura spesso travolgente dei nostri sentimenti esistenziali di solitudine, stimolando conversazioni profonde su dinamiche giocose e travolgenti ma anche distanti e potenzialmente abusive. 

Il titolo scelto per la mostra, Intimate Gaps, tramite l’utilizzo di umorismo e situazioni assurde, descrive perfettamente la distanza tra i corpi che cercano un legame e un desiderio profondo di connessione. Questi ‘divari’ (gaps), sebbene siano fisicamente minimi, diventano voragini di apprensione. Rappresentano proprio l'assenza di ciò che desideriamo per sentirci appagati.

In ogni opera, Roe mette in scena momenti intimi in cui i suoi personaggi tentano goffamente e spesso in modo giocoso di connettersi. Tuttavia, questa eccessiva vicinanza fisica amplifica ulteriormente l’emotività e l'imbarazzo delle figure. La nudità gioca un ruolo cruciale, spogliando gli individui nella loro forma più primitiva e innocente, rappresentandone la totale vulnerabilità.  Le figure maschili sono rappresentate con teste senza corpo, in quanto l’artista ritiene che il corpo maschile nudo possa essere percepito come intimidatorio. La loro immobilità li fa apparire innocui e aperti alla connessione, ma al contempo li rende vulnerabili e impotenti, creando di conseguenza dinamiche inquietanti in cui i tentativi di connessione fisica non possono essere completamente risolti attraverso il corpo. Queste teste fanno anche riferimento a un precedente storico-artistico relativo ai dipinti dell'artista tardo-rinascimentale Artemisia Gentileschi, evocando associazioni violente. Risulta quindi evidente il contrasto con il tratto morbido, delicato e giocoso delle figure senza corpo che aggiungono un intrigante strato di complessità alle opere.

Le composizioni, spesso derivate dai disegni a linea dell’artista, prendono nuova vita nella transizione alla pittura. Roe paragona il suo uso di colori saturi e vivaci a una melodia aggiunta ad un poema, costruendo varie tensioni e generandone le ambientazioni, mentre gli elementi di collage aggiungono texture e profondità, animando ulteriormente la crudezza di ogni emozione. Dal punto di vista stilistico, Roe trae ispirazione da pittori figurativi contemporanei come Nicole Eisenman e Dana Schutz, oltre che dalle caricature umoristiche e dall'intensità emotiva delle opere del pittore canadese-americano Philip Guston e dall’Espressionismo tedesco, come George Grosz.

Anziché  offrire narrazioni chiare, Roe crea scene che invitano gli spettatori a osservare e a porsi domande. L’artista pone le basi della scena, sovrapponendo tensione e  divertimento, ma lasciando agli spettatori la libertà di interpretare la complessità di queste relazioni intime attraverso le loro esperienze personali. Il suo approccio giocoso ma indagatore incoraggia il pubblico a esplorare le dinamiche delle relazioni, indagandone le intenzioni e svelando le sfumature nei dettagli.

La forza delle opere di Roe risiede nella sua capacità di sdrammatizzare temi seri attraverso l'umorismo, instaurando un coinvolgimento profondo e proponendo una riflessione. Affrontando le complessità psicologiche delle nostre relazioni più intime, infonde un senso di compassione e consapevolezza del paesaggio emotivo tra la connessione e la tensione della distanza.

Shanee Roe (Nata a New York, classe 1996) è un'artista multidisciplinare con sede a Berlino la cui pratica spazia tra pittura, collage, disegno e animazione. I suoi dipinti figurativi esplorano le dinamiche interpersonali, esaminando varie modalità di intimità, dal dolore alla passione, mentre mettono in luce complesse relazioni di potere tra i generi. Roe naviga lo spettro che va dalla sessualità esplicita alla compassione mostrando una sottile sensibilità e senso dell’umorismo. Nel 2023, si è laureata presso l'Accademia di Belle Arti di Vienna sotto la guida di Daniel Richter. Roe ha anche partecipato a prestigiose residenze artistiche, tra cui The Cabin a Los Angeles, culminata in una mostra personale. Il suo lavoro è stato esposto ampiamente in Europa e Nord America, in città importanti come Berlino, Dallas, Lipsia, Los Angeles, Miami, Città del Messico, New York, Tel Aviv e Torino.

 

 

English version 

We are pleased to present Intimate Gaps, the first solo exhibition for Shanee Roe at Luce Gallery.  Opening September 20th, the show will feature nine paintings — many incorporating collaged elements — on view through October 18th. Roe's paintings explore intimacy, interpersonal relationships, and power dynamics through vibrant characters that highlight the tension between connection and disconnection. Her works portray clumsy, playful attempts to bond, while revealing the underlying anxieties and emotional struggles within close relationships. Using a saturated palette, Roe's figures are both ‘cute’ and disturbing, featuring large, boulder-like heads with wide, glaring eyes designed to evoke both compassion and unease. Together, the paintings in Intimate Gaps expose the often overwhelming nature of our existential feelings of loneliness, fostering important conversations about dynamics that shift from playfully warm to distant and potentially abusive.

The exhibition’s title, Intimate Gaps, with the use of sense of humour and “silly” situations  describes the abyss between bodies seeking closeness the visceral yearning for connection. These ‘gaps’— though physically slight— become chasms of apprehension. They represent the very absence of what we desire to feel fulfilled.

In each painting, Roe stages intimate moments where her characters make clumsy, often playful attempts to connect. Yet, the physical exaggeration of closeness only amplifies the emotional disconnection and awkwardness of the figures. Nudity plays a crucial role in this, symbolizing raw vulnerability and exposing individuals in their most primitive, innocent form. Roe often portrays her male figures as disembodied heads, reflecting her belief that the nude male body can be intimidating. Their immobility makes them appear harmless and open to connection, yet at other times, it leaves them vulnerable and helpless. This creates a disconcerting dynamic where attempts at physical connection cannot be fully resolved through the body. These heads also reference an art historical prescient, the vicious severed male heads in the paintings of late-Renaissance artist Artemisia Gentileschi, evoking violent associations. This contrast with the soft, gentle, and playful treatment of Roe’s bodiless figures adds an intriguing layer of complexity to her work.

Her compositions, often derived from her line drawings, take on new life in their transition to painting. Roe likens her use of incorporating bold, saturated colors to a melody added to a poem, building tension and creating atmosphere, while her collaged elements add texture and depth, further animating the rawness of each emotion. Stylistically, Roe draw inspiration from contemporary figurative painters such as Nicole Eisenman and Dana Schutz, as well as the humorous caricatures and emotional intensity of paintings by artists like Canadian-American painter Philip Guston and the German Expressionists, such as George Grosz.

Rather than offering clear narratives, Roe creates scenes that invite viewers to observe and ask questions. She sees her role as setting the stage, layering tension and amusement, while allowing viewers the freedom to interpret the complexity of these intimate relationships through their own experiences. Her playful yet probing approach encourages viewers to explore the dynamics of relationships, seeking motives and discovering nuance in the details.

The strength of Roe’s work lies in her ability to disarm serious subject matter through humor, encouraging deep engagement and reflection. By tapping into the psychological complexities of intimate relationships, she instills a sense of compassion and insight into the emotional landscape of connection and the tension of distance.

Shanee Roe (American, b.1996) is a Berlin-based interdisciplinary artist whose practice spans painting, collage, drawing, and animation. Her figurative paintings delve into interpersonal dynamics, examining various modes of intimacy—from misery to passion— while exposing complex power relations between genders. Roe navigates the spectrum from overt sexuality to compassion with nuanced sensitivity and humor. In 2023, she graduated from the Academy of Fine Arts Vienna studying under Daniel Richter. Roe has also participated in prestigious artist residencies, including The Cabin in Los Angeles, which culminated in a solo presentation. Her work has been exhibited widely throughout Europe and North America, in major cities such as Berlin, Dallas, Leipzig, Los Angeles, Miami, Mexico City, New York, Tel Aviv, and Torino, among others.